Un vero maestro

“Suona più forte!”. 

“Appoggia quella scala!”. 

“Fai sentire bene la seconda voce!”. 

“Non è così che si suona questo brano!”. 

Sicuramente molti tra i miei colleghi si sono sentiti rivolgere frasi come queste dal proprio insegnante di chitarra e, come me, hanno compiuto ogni sforzo necessario per assecondare le direttive del maestro, riponendo in lui, spesso, una completa fiducia. 

Ho avuto molti insegnanti di chitarra, alcuni hanno lasciato un segno indelebile nel mio modo di suonare, nel mio modo di concepire e affrontare il mondo musicale e perfino nella mia personalità. Tuttavia il più grande degli insegnamenti, quello che ha davvero cambiato la prospettiva dalla quale guardo allo studio della musica mi è stato dato non da un musicista, non in senso professionistico del termine, ma da un poeta, un filosofo, un esperto nell’arte di vivere, ovvero il giapponese Daisaku Ikeda. Un insegnamento che, una volta rivelato, appare semplice e chiaro, potente e rivoluzionario: se vuoi migliorare come musicista, come chitarrista, devi crescere e migliorare come essere umano! 

Da quel momento in poi ogni ora che avevo passato a fare pratica sullo strumento, ogni volta che mi sono sentito frustrato, ogni volta che non mi sono sentito all’altezza degli obiettivi che mi ero posto, ogni delusione mi è apparsa sotto una luce diversa: semplicemente stavo sbagliando approccio. Stavo cercando di lavare via lo sporco dalla faccia che vedevo ritratta nello specchio gettando acqua sull’immagine riflessa, e non sul volto che la stava generando. Riuscire a suonare i brani che amiamo, raggiungere degli obiettivi artistici e professionali sono gioie e soddisfazioni effimere se non sono sostenute da una solida crescita interiore, da un cuore forte e generoso, dalla consapevolezza che, per quanto possiamo amarla e perfino venerarla, la musica è e rimane uno strumento e non il fine del nostro impegno come esseri umani. 

Il mio sforzo come musicista e insegnante e la mia più sincera promessa nei confronti miei, dei miei allievi e del mio pubblico è non scordare mai questo insegnamento e di farvi sempre ritorno quando, distratto dai mille impegni quotidiani, me ne dovessi allontanare. 

Vostro 

G.

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