Tutto qui

Ti abbraccio e sento il tuo profumo. Già lo avevo avvertito non appena aperta la custodia nella quale riposavi, ma ora è ancora più intenso. Mi fa immaginare i tuoi colori, i riflessi della luce sul legno della tua tavola armonica. Nella mente mi figuro il nero della tua tastiera, il lucido brillare dei tasti, le corde tese in attesa delle mie unghie e dei miei polpastrelli. 

Provo qualche nota, qualche accordo, come se stessi risvegliandoti piano, con dolcezza, quasi a voler evocare lo spirito di una musica che solo richiamata con le giuste parole potrà tornare a risuonare nella stanza. Ad uno sguardo esterno può sembrare che io stia suonando, ma non è così, o meglio, non solo.

Io ti parlo, mi confido, ti racconto i miei più profondi segreti, quelli che non ho mai neanche messo in parole, quelli che non voglio confessare neppure a me stesso. Conosci le mie paure, le mie insicurezze, ma anche le mie gioie, i miei momenti di più selvaggia esaltazione. Ciò di cui vado orgoglioso, i miei successi, ma anche le cadute, le debolezze per le quali provo vergogna. Non desidero nasconderti nulla di me, e comunque non potrei, neanche volendo, perché solo mostrandomi completamente nudo avrò concesso l’onore della tua vera essenza. Mai nessuna amante riceverà da me tanta devozione e carezze così intense, né mai potrò ambire a ricevere un amore donato con abbandono così completo. 

Tale è l’incantesimo che ci lega, tale il legame che fa di noi due un solo corpo fatto di carne e legno, sangue che scorre e corde che vibrano. Di questa intesa, io e te, conosciamo a memoria la magia della quale il mondo può solo intuire la forza da questa eco che, per mancanza di un vocabolario adeguato, chiamiamo musica.

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