Porto Taverna

Giochiamo a un gioco che si chiama: "Mettiamo che"? 

Mettiamo che un giorno un amico mi faccia notare che in bagno c’è un tubo che sembra perdere, niente di grave, giusto un po’ di umidità. Mi suggerisce di chiamare un idraulico per evitare che il guasto degeneri e mi trovi ad affrontare qualche disagio più importante. Mettiamo che io abbia un sacco di pensieri per la testa, il lavoro, le relazioni, la vita quotidiana, una massiccia dose di pigrizia e me ne dimentichi. Un giorno un altro amico mi fa notare che c’è in casa un tubo, lo stesso, che sta gocciolando. Gli dico che lo so, che per adesso metto una bacinella, che per fortuna basta svuotarla ogni tanto, ma mi riprometto di chiamare un idraulico. Mettiamo che, sempre perché la vita di tutti i giorni reclama la mia attenzione, aspetti qualche giorno per chiamare l’idraulico e prendere un appuntamento, ma poi lo faccio perché la perdita è diventata più consistente. 

Finalmente l'idraulico viene a casa, prende visione del danno e mi consiglia di provvedere al più presto alla sostituzione della tubatura prima di avere problemi più grossi. Gli rispondo che mi farò sentire più avanti per programmare i lavori perché al momento sono molto indaffarato con un lavoro e altre cose che non sto lì a spiegargli. 

Mettiamo che dopo qualche tempo rientri a casa e scopra che la tubatura è esplosa allagando tutto l’appartamento, danneggiando l’impianto elettrico, causando infiltrazioni anche a casa del vicino, rovinando mobili e elettrodomestici. 

Allora cerco di salvare il possibile, rimando tutti gli appuntamenti, saltano impegni di lavoro che mettono in seria difficoltà anche i miei colleghi. Anche le relazioni ne risentono perché sono di pessimo umore e l’emergenza richiede il cento per cento della mia attenzione e per settimane posso occuparmi solo dei lavori di riparazione. Inoltre devo stare appresso all’assicurazione per i danni che ho causato ai miei vicini e, oltretutto, avendo perso dei lavori importanti, ho anche difficoltà a pagare le riparazioni necessarie. 

Vi ricorda qualcosa? Perché ci prendiamo cura della nostra casa solo in stato di emergenza e quando oramai è tardi? 

Ecco, io credo che questo sia ciò che stiamo vivendo con la pandemia in corso, ma, la stessa cosa succede quando ci rifiutiamo di guardare con lungimiranza ai problemi relativi allo stato del clima del nostro pianeta e ai milioni di persone che vivono in stato di miseria. 

Possiamo rimandare la riparazione di quel tubo finché vogliamo, ma a un certo punto, quando quel tubo ci esploderà sotto il culo allagando tutta la casa, non so se saremo in grado di far finta di niente, perché sarà la nostra vita stessa ad essere messa in pericolo. Non so se ci avete fatto caso, ma questo, solitamente, tende a non lasciarci indifferenti! 

Ricordiamoci che possiamo scegliere: possiamo scegliere di informarci; possiamo scegliere di conoscere chi sono i politici di riferimento del nostro territorio e interrogarli, metterli, se è il caso, in difficoltà e costringerli a risponderci su questi temi; possiamo smettere di guardare con superficiale accondiscendenza i ragazzi che richiamano la nostra attenzione manifestando per il loro e il nostro futuro; possiamo smettere di pensare che “prima o poi lo farà qualcun altro”.

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