Le ferite che non si rimarginano

Abbiamo tutti il diritto di soffrire. 

La nostra società nega il dolore. E quando non riesce a nasconderlo, a travestirlo, lo trasforma, ma solo superficialmente, spettacolarizzando gli eventi più dolorosi. Spesso puntando, senza pietà, riflettori che con la loro luce abbagliante falsano la prospettiva, trasfigurano i contorni, allontanandoci dalla possibilità di provare empatia, rendendo personaggi le persone e scene di un brutto film le vicende drammatiche che li vedono protagonisti e vittime. 

Ci appassioniamo alle storie di coloro che sfidano il destino avverso con caparbietà, ci sentiamo sollevati nel leggere le roboanti dichiarazioni di quelli che sono pronti a rialzarsi, non importa quanto sia stata rovinosa la caduta e quante altre ce ne saranno. 

Però la realtà ci presenta anche altre storie, altre verità, non meno degne di rispetto e attenzione. Sono le storie di chi non è riuscito a risollevarsi, di chi quel dolore non vuole cancellarlo, di coloro che hanno avuto paura, che davanti alla sofferenza hanno sentito le ginocchia cedere. Ci sono anche quelli che" No, non voglio stare meglio, non voglio che questa ferita smetta di sanguinare, non voglio colmare questo vuoto nè risarcita la mia  perdita". 

Giù il cappello signori, dico io, davanti a questa che è, comunque la si pensi, umanità e ha bisogno del nostro abbraccio più caldo e avvolgente.

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